Editoriale - la voce dei Medici d'Urgenza italiani

Paolo Groff

Una nuova veste per la “voce” dei Medici d’Urgenza in Italia, Italian Journal of Emergency Medicine, riprende e continua un cammino lungo, e spesso accidentato, che già fu percorso da “Il Nuovo Pronto Soccorso”, “GIMUPS” e “SIMEU Journal”. Percorso non facile, appunto, che rifletteva i mille ostacoli che la nostra Società incontrava per “contare”nel panorama generale delle specialistiche mediche, o, semplicemente, per consistere attorno a un comune senso di appartenenza scientifico. Rispetto alle esperienze editoriali di cui sopra, i cui promotori e sostenitori non ringrazieremo mai abbastanza, tuttavia, qualche cosa è cambiato, soprattutto rispetto alle motivazioni per le quali si ritiene una Società Scientifica debba avere un suo organo ufficiale. L’epoca “eroica” della Medicina d’Urgenza in Italia grazie al cielo si è conclusa. Non si tratta più di avviare programmi pionieristici di trattamento e monitoraggio di pazienti in fase critica con l’appoggio, mai troppo chiaramente espresso, di alcune Direzioni Sanitarie “coraggiose” e l’aperta ostilità di altri specialisti, offesi, per l’eccessiva intraprendenza di questi “figli di nessuno”, ma spesso tacitamente consenzienti, vista la cospicua mole di lavoro da essi svolta. Oggi, una Società di più di tremila iscritticonsiste attorno ad una Scuola di Specializzazione i cui contenuti educativi hanno il valore di un vero e proprio “linguaggio comune” e in cui la trasmissione del sapere e saper fare passa attraverso una collaborazione tra Università ed Ospedale del tutto inedita fino ad ora. Il Congresso Nazionale sempre più riflette questa nuova realtà, dedicando un numero sempre maggiore di spazi ad un confronto paritetico con altri specialisti, in cui il Medico d’Urgenza esprime il proprio punto di vista veicolando un’esperienza autorevole, e in cui i giovani sono presenti “per scelta” di un ambito della cultura medica fortemente caratterizzato. Ancora, la nostra disciplina è oggi in grado di esprimere linee organizzative capaci di influenzare in modo determinante l’assetto dell’intero sistema territoriale ed ospedaliero, basti pensare alle grandi “reti” dell’emergenza, SCA-STEMI, stroke, trauma maggiore ecc. in un confronto continuo, appunto, con altri specialisti ma che, per forza di cose, deve tenere conto della posizione strategica che il Dipartimento d’Emergenza in molte realtà ha saputo darsi. L’arricchimento culturale ed organizzativo acquisito lungo questo percorso “professionalizzante” ha comportato un incremento della complessità dei rapporti tra le “professioni” sanitarie che, specialmente nel nostro ambito, sempre più concorrono da posizioni diverse, ma paritetiche, a delineare il complesso universo dell’Emergenza-Urgenza: di fatto, l’importanza assunta dalla professione infermieristica in questo contesto non può essere minimamente trascurata. Naturalmente il cammino non può ritenersi concluso. I risultati, molto importanti, sopra descritti hanno avuto un’ applicazione ancora troppo discontinua sul territorio nazionale. A fronte di “centri” all’avanguardia sul piano scientifico ed organizzativo esiste ancora una “periferia” troppo vasta in cui i professionisti, medici ed infermieri stentano a trovare il terreno favorevole all’assunzione di maggiore autonomia. In molte realtà l’accesso ai programmi formativi è ancora occasionale e l’utilizzo dei dati clinici per produrre evidenze pressoché inesistente. Ora più che mai, quindi, si sente il bisogno di un organo ufficiale della Società Italiana dei Medici di Emergenza Urgenza che sappia farsi tramite e collante tra le due facce di una stessa medaglia, tra le due parti della nostra compagine che procedono a diversa velocità. Un giornale che sappia esprimere tutte le componenti dell’articolato mondo dell’Emergenza-Urgenza, dal 118 alle terapie semintensive, con l’intento di dare voce scientifica a tutto ciò che sta assumendo consistenza, ma anche “trainare” e motivare coloro che rischiano di sentirsi esclusi da ciò che ha riguardato solamente “i grandi centri”. In linea con quanto sopra esposto, questo numero di Italian Journal of Emergency Medicine dà spazio a contributi di varia provenienza e strutturazione. Il dottor Luca Cimino dell’Istituto di Psichiatria “P. Ottonello” dell’Università di Bologna ci offre un autorevole contributo su un problema mai sufficientemente approfondito nel nostro ambito: la competenza del Medico d’Urgenza nella gestione delle urgenze psichiatriche. Si tratta di un intervento tanto più apprezzato in quanto rappresenta uno stimolo proveniente dal rappresentante di una specialistica diversa dalla nostra a proseguire sulla strada della progressiva autonomizzazione nella gestione del paziente che afferisce alle strutture d’emergenza-urgenza indipendentemente dalla problematica presentata, a tutto vantaggio dell’efficacia e della qualità della gestione stessa. Tra i contributi originali segnalo il lavoro della dott.ssa Serra e collaboratori del 118 di Ferrara, un’analisi quali e quantitativa dell’efficacia del Servizio nella risposta agli eventi di arresto cardiaco. Appaiono particolarmente interessanti le soluzioni organizzative proposte per migliorare i risultati e cioè un maggiore coordinamento e diffusione della defibrillazione affidata ai “laici” e un estensione del territorio coperto con il sistema dell’automedica. Interessante il contributo del Dott. Brugioni e coll. dell’Area Critica della Medicina Interna del Policlinico di Mo- dena che ci illustrano, attraverso l’analisi di una casistica, quanto la terapia di fondo dei pazienti con scompenso cardio-congestizio sia poco conforme a quanto indicato dalle linee guida, sia per i pazienti accettati dal territorio, sia per i pazienti dimessi dall’ospedale. Nella rubrica dedicata all’ “Area Nursing” appare, a firma del dott. Verna e della dott.ssa Di Felice dell’UOC Medicina e Chirurgia di Accettazione e Urgenza di Chieti, il primo di una serie di contributi dedicati al risk management dell’attività di triage, una funzione fondamentale nell’organizzazione del pronto Soccorso ed altamente professionalizzante la figura dell’Infermiere. Nella rubrica dedicata all’”Area Giovani” i dottori Serra, Stella e Di Zio, del Comitato Editoriale, discutono e approfondiscono tre casi clinici presentati da altri Autori utilizzando un metodo che, si ritiene, possa risultare stimolante proprio per tutti quei giovani colleghi che in futuro decideranno di partecipare attivamente alla compilazione di questa parte del journal. Infine, per il successo avuto negli anni dal bollettino “Novità in Urgenza” diretto da Mauro Fallani, abbiamo deciso di rinnovare l’esperienza con una rubrica interamente dedicata a recensioni di articoli recentemente comparsi nella letteratura medica di settore, sicuri di andare incontro al desiderio di molti Medici d’Urgenza di avere un’informazione puntuale ma concisa ed efficace su quanto di nuovo viene pubblicato nelle più importanti riviste. Non mi resta quindi che ringraziare tutti i membri del Comitato Editoriale per l’impegno dedicato a questa nuova esperienza editoriale, con l’augurio di una serena prosecuzione del lavoro e la speranza che esso possa contribuire, almeno in parte, a tenere alto il livello della riflessione scientifica ed organizzativa all’interno del nostro ambito professionale.